venerdì 17 gennaio 2014

Incredibile ma vero

Post di lamentele.
Ieri mi é sembrato impossibile di vivere in Finlandia.
Il nostro Attila comincia alle 5 di mattina a piangere di dolore. Dopo mezz´ora, (prima era bagnato, abbiamo provato col biberon, poi a calmarlo) abbiam capito che aveva male alle orecchie (dopo 4 giorni che aveva finito l´antibiotico per l´otite) e chiamiamo il pronto soccorso. Ci dicono di dargli antidolorifico e aspettare. Giá qua mi girano le balle. Alle 7 la storia non cambia e richiamiamo (lasciamo perdere che io volevo portarlo direttamente ma mio marito no). Ci dicono di aspettare le otto che apre l´ambulatorio e di sicuro un dottore lo visita. Nel frattempo urli, stanchezza e un pó di paura (é il primo figlio e non sai bene che fare). Fuori la temperatura é di -16. Alle 8 siamo davanti allo sportello (tralascio il fatto che ci avevano detto di chiamare per assicurarci i primi posti, nonostante il bambino di 18 mesi urlante) e l´infermiera di turno ci risponde che il primo dottore sarebbe arrivato a mezzogiorno! Quindi, rivesti Attila piangente (3 strati sotto la tuta da neve più guanti, scarponcini, passamontagna e berretto) con i 30 gradi che ci sono dentro qualsiasi ambiente in Finlandia (odio) con conseguente sudorazione eccessiva di entrambi i genitori e bambino, e ci dirigiamo al pronto soccorso. Siccome preferiscono essere avvisati del paziente in arrivo, richiamiamo al telefono. L´infermiera che risponde ci dice che secondo lei non é un caso urgente, e che quindi possiamo benissimo aspettare mezzogiorno il dottore " di famiglia", dando al bambino ancora antidolorifico, e che di dottori disponibili a visitarlo li al PS non ce n´erano. A quel punto volevo uccidere tutti. Questa brutta t***a come si può permettere di diagnosticare telefonicamente lo stato di un bambino di un anno e mezzo? Oltretutto non era neanche un medico.

Dopo 4 ore di pianto, Attila crolla in auto e facciamo ritorno a casa. Li ci addormentiamo tutti da quanto eravamo cotti e innervositi, e ci svegliamo dopo mezzogiorno, perdendo così l'appuntamento dal dottore. Richiamiamo l'ambulatorio e il prossimo buco libero sarebbe stato l'indomani, ma nel frattempo noto delle secrezioni uscite dall'orecchio del bambino, e decidiamo così di richiamare il pronto soccorso. Ci danno un appuntamento per le 14:20 (mai sentito che si prendessero appuntamenti in PS, ma pazienza). Arrivati li (per fortuna Attila dopo la dormita si era calmato), c'era un solo dottore di guardia, che ovviamente in un'ora e mezza non ci ha visitato, alle 16 sono arrivati altri due medici che hanno smaltito i pazienti. Certo, non c'erano casi gravi, ma in un'ora e mezza quell'unico dottore ha visitato DUE persone (tempo  ciascuno- 10 minuti-). Alla fine il dottore ha diagnosticato un' infezione acuta all'orecchio (ovvero l'otite di 10 giorni prima che aveva fatto il suo corso nonostante l'antibiotico) e prescritto uno nuovo.

Ora. Questo sistema sanitario dal mio ignorante punto di vista, fa schifo. In Italia esiste il pediatra personale per ogni bambino, dagli 0 ai 16 anni. Qui no. In Italia se c'è un'emergenza di questo tipo, o una febbre, il pediatra, finiti tutti gli appuntamenti giornalieri, ha SEMPRE tempo per il bambino malato. E il pronto soccorso non ti manda via un bambino di un anno e mezzo che urla di dolore (parlo di quello di Padova o zone limitrofe, per il resto d'Italia ne ho sentite di cotte e di crude).

Certo, c'è Neuvola, questo ambulatorio di controllo che vaccina e controlla che appunto il bambino cresca sano. Ma il pediatra che ti conosce a vita no. Anche per gli adulti, stessa cosa, se ho bisogno di farmi visitare non è mai lo stesso medico, ma quello di turno.
Sembrava surreale che non ci fossero dottori in tutta Kokkola (50.000 persone) disponibili a visitare un bimbo sofferente.

Prendi la tachipirina, fanno presto a dire.

Non a caso, e non sono l'unica, preferisco farmi curare in Italia.

Si accettano volentieri pareri discordanti.



6 commenti:

Muriel ha detto...

Quello che dici in teoria è tutto vero.
Ma le cose stano cambiando anche qui alla velocità della luce.
C'e il pediatra personale, ma ....
Diversi esempi simili al tuo persino a Milano.
E di padovani che dopo esperienze devastanti negli ospedali di Padova vengono a Milano per 'metterci una pezza' ne ho conosciuti tre (che economicamente possono permetterselo).
Nei momenti di difficoltà la lontananza da casa fa idealizzare il ricordo di casa. Ed è anche bello che sia così.
Alessandra

Syl ha detto...

No, no è proprio coaì purtroppo... Vivo in Finlandia da 18 anni, anche se a periodi alterni. Ci ho cresciuto 2 figlie. Il tuo racconto mi ha fatto rivivere esattamente esperienze passate. Noto che ultimamente le cose sono anche peggiorate e in particolare nelle zone bilingui svedese/finlandese, dove c'è meno personale (devono sapere le 2 lingue). Per questo motivo non ci siamo mai registrati all'Aire e abbiamo sempre tenuto anche la residenza in Italia: almeno abbiamo la possibilità di avere un medico che ci conosce da sempre. Anche esami e screening li facciamo in Italia, perché in Finlandia vanno al risparmio anche su quello. Le mie figlie da piccolissime erano visitate da quella che noi chiamavamo "l'infermierona" del consultorio: grezza, sbrigativa e ignorante. Io, da psicologa, ne sapevo molto più di lei; ho sempre chiesto la visita di un medico prima delle vaccinazioni, ma invano. La sanità è davvero un punto debole. Ormai ho talmente tante storie raccolte da amici e conoscenti che potrei scriverci un libro bianco. Quello che mi colpisce è che i cittadini non protestino: si fanno andar bene disservizi e mancanza di cure e cominciano a pagare i privati, che stanno fiorendo...

ciu ha detto...

é una situazione imbarazzante. sembra che vada tutto liscio finché non capita il minimo malanno e poi son caxxi.. la cosa oscena secondo me é che tolgono metá dello stipendio in tasse per cosa poi... si, le strade sono pulite e i parchi curati, ma hanno dei crateri enormi nelle cose piú importanti. tristezza.

Anonimo ha detto...

Primo: complimenti per il blog che ho scoperto solo ora.

Secondo: i tipici viaggi della speranza per farsi curare decentemente dal sud al nord, o per qualche ebete dal nordest al nordovest o dal nordovest al nordest (quando basta muoversi di 30km per cambiare ospedale) non si contano in Italia. Qui in Finlandia il sistema sanitario pubblico e' considerato un casino', si vince e si perde, quindi si rivolgono preferibilmente al sistema privato per qualche certezza in piu'.
Personalmente ho provato il servizio pubblico nell'ospedale di Hämeenlinna, reparto dermatologia e la dottoressa e' stata estremamente cortese e mi ha spiegato tutte le possibili cure con pro e contro(comunque si era accorta di avere davanti qualcuno che ne sapeva abbastanza)
Anche al pronto soccorso dell'ospedale di Riihimäki, quando ho portato una sera la mia partner che si era fatta un taglio a un dito con un coltello, l'hanno visitata e medicata in minuti, non ore. In un ospedale pubblico finlandese (sempre Hämeenlinna) e' nato anche il mio secondo figlio e non ho nulla da ridire. Al momento anche con gli amici finlandesi mi "tocca" difendere il servizio sanitario locale. Sperando che quel "mi tocca" rimanga tale.

Terzo: ho la sensazione che un po' di cortesia e qualche sorriso aprano molte porte anche qui o comunque ti permettano di essere trattato decentemente. O sara' che essendo di Treviso del tipico stereotipo italiano che hanno in testa, io ho ben poco (come mi han gia' detto in molti, non solo in Finlandia).

Quarto: non sto dicendo che qui non ci siano punti deboli del sistema, tutt'altro. Forse anche l'aspettativa ti frega perche' dall'Italia si pensa che qui tutto sia perfetto e invece...

ciu ha detto...

Grazie anonymous! , ora, dopo 3 mesi di vacanza in Italia ORA siam tornati a Turku e spero di aver altro da raccontare. Tu dove sei?

Anonimo ha detto...

Io vivo a Kirkkonummi, Turku la conosco abbastanza avendo alcuni amici li ed essendo tappa obbligata quando andiamo a far visita ai genitori della mia partner (vivono nei dintorni di Rauma).
Ci avevamo anche provato a trovare lavoro li ma c'e' poco da fare, Helsinki offre piu' opportunita'.
A dir la verita' avrei preferito vivere e lavorare a Hämeenlinna o Pori.